CAFFÈ IN FAMIGLIA: 5 MARZO 2019 “La speranza era dunque tornata…”

CAFFÈ IN FAMIGLIA: 5 MARZO 2019 “La speranza era dunque tornata…”

02/04/2019

5 MARZO 2019 “La speranza era dunque tornata…” Caffè in famiglia a casa della sig.ra R.C.

“ Non l'ho mai visto cedere né dubitare.

Eppure Dio solo sa di averlo messo alla prova!

Non ho fatto il conto delle sue delusioni.

E' facile immaginarsi tuttavia che, per una simile riuscita,

sia stato necessario vincere le avversità;

che per assicurare la vittoria di tanta passione

sia stato necessario lottare contro lo sconforto.

Elzeard Bouffier aveva piantato, un anno, più di diecimila aceri (..).

( Jean Jono)

“Non c'è stato un solo istante in cui io mi sia pentita dell'inserimento di Nicola nella crap di Giovinazzo. E' ormai da parecchi mesi che per problemi di salute non mi reco nella struttura per incontrare Nicola, partecipare agli incontri con le famiglie, confrontarmi sul lavoro svolto. Questa mia mancanza è stata sopperita dalla sensibilità e dalla grande umanità degli operatori. Mi viene in mente un famoso detto “se Maometto non va alla montagna, è la montagna che va da Maometto”. Ebbene è stato proprio così. (Rosanna)

Ore 15,30 La coordinatrice suona al citofono della sig.ra Rosanna, con lei ci sono l'educatrice referente del percorso famiglie che porta delle piantine aromatiche e la terapeuta che ha in mano il testo di Jean Jono “ L'uomo che piantava gli alberi”. La porta si apre e ad accoglierci troviamo la padrona di casa con tre familiari giunti per vivere l'esperienza del caffè in famiglia. Una luce calda si diffonde nella stanza,è quella del sole che si prepara a tramontare, ma che ci avvolge con i suoi colori ed infonde benessere. Sul tavolo vengono disposte le piantine, il prezzemolo, la menta, la salvia ed il rosmarino ed ogni partecipante ne sceglie una. Si parla di salute mentale, di ostacoli e di risalite, del tempo che scorre e si rincorre. Si gioca con l'esperienza sensoriale,tatto e olfatto ci guidano nella riflessione e, c'è chi ha difficoltà a toccare le foglie perché la vita gli ha riservato solo spine. C'è chi è abituato a portare pazienza per vederne i frutti e c'è chi pensa che le avversità non devono impedirci di continuare a sentirne gli odori e i sapori. C'è un clima di grande apertura emotiva e di generosità dettato dall'aver camminato insieme negli ultimi tre anni sulla strada dei caffè in famiglia in crap. La magia sta nell'aver imparato ad abitare la comunità e nell'aver deciso poi di aprire le porte della propria casa per accettare la malattia e rilanciare un messaggio di speranza.